…premessa: incisioni.

febbraio 10, 2008

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Ricordi?

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Quei giorni passati protetti dal vento

noi due senza tempo

nascosti nell’ombra sbiadita di un olmo

distratto

dai gesti pacati del nostro contatto?

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Ricordi?

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L’intreccio di dita celanti impazienza

nell’indifferenza scostante

di un gatto randagio

che offriva allo sguardo i giochi alla luce del giorno ormai tardo?

.

Sul dorso di quella collina lasciammo due nomi

incisi tra i rami

rinchiusi in un cuore bucato.

Il segno di ciò che eravamo

di quando all’orecchio dicevi…

.

…la Calabria non è famosa per le opportunità offerte ai giovani. Catanzaro sembra essere una delle città più brutte della regione. C’è chi sostiene sia in competizione con Frosinone per il titolo nazionale. S.Maria è un quartiere di Catanzaro. Per un adolescente come me, dieci anni ago, poche erano le possibiltà: il calcio e il sesso. Del primo me ne curavo poco. Il sesso invece, era la mia passione. Quando ero giovine e d’estate mia cugina Laura veniva a trascorrere il periodo infra-scolastico da noi, tra le cose che mi faceva notare che distinguono i giovani terroni da quelli polentoni (razze che in lei avevano assunto una sintesi che mi faceva perdere la testa) era il fatto che da noi in Terronia ci si fidanza già molto presto. In età in cui in Polentonia si pensa a giocare all’oratorio, a Catanzaro ci si isola dal gruppo degli amici per infrattarsi col la pischella. Forse perché, conclusi io, a Catanzaro la parola oratorio non si sa neanche che voglia dire. E così che: per sfuggire alla noia di una realtà che nulla offre oltre alle sale giochi: per provare emozioni alternative a quelle di TuttoIlCalcioMinutoPerMinuto, si anticipano i tempi delle effusioni adolescenziali trovando qualcosadafare nelle ore pomeridiane del dopocompiti.

Fu così che un’estate di tanti anni fa mia cugina Laura arrivò da Bergamo e notò che qualcosa era cambiato. Meglio: io latitavo. Approfondiremo.

Conobbi J.R, a scuola l’anno in cui ripetei il primo scientifico. Anche qui, approfondiremo.

…la prima volta che feci l’amore fu con J.R. C’eravamo lasciati da parecchi anni in seguito al mio arrivo a Roma e per parecchi anni c’eravamo tanto amati senza che il nostro rapporto si fosse completato. L’incontro ravvicinato durò qualche frazione di secondo. Non ebbi neanche il tempo di entrare che sentii l’esigenza di uscire, anche se la voglia di rimanere era tanta. All’ombra della chiesa del quartiere. Le macchine sfrecciavano vicine distratte, mentre nella Polo grigia parcheggiata sul viale alberato si stava consumando l’esperienza di una vita. Per me fu la prima volta. Lo definivo “fare l’amore”. Patetico. Ma forse una sensazione che ricordasse queste due parole c’era veramente. A J.R. dissi che avevo avuto altri rapporti, nella Capitale. Mentivo spudoratamente e credo che lei lo capì. Fatto sta che vidi e venni che neanche me ne accorsi. Alla maniera di Cesare. Ma mi piacque. Nelle settimane successive mi sollecitai più volte nel bagno di casa pensando a quell’incontro. Ma non ebbi voglia di rifarlo. Ci vedevamo spesso, con J.R., all’alba. Lei stava con B.il pinguino. O forse ci flirtava solamente. Quando, lei in Calabria io nella Capitale, ci accorgemmo che la nostra storia era finita fu tra le braccia di B. che trovò conforto. Sembra, durante la gita del quinto. Tempi da tre metri sopra il cielo. B. le faceva la corte già da tanto e io soffrivo di una gelosia fuori dal normale. Le mie scenate erano caratterizzate da ore di impenetrabile mutismo, snervante, pesante. Comunque sia i nostri incontri clandestini si svolgevano alle sei del mattino, anche prima. Passavo a prenderla da casa ch’era ancora buio, direzione mare. Guardavamo l’alba. Avevo una gran voglia di rifarlo, J.R. sprigionava un sesso del quale non m’ero mai accorto negli anni passati insieme. Ci provammo qualche mattina dopo ma litigammo su chi doveva stare sotto e chi sopra. Sopra non ci sapevo stare. Mi frustrai la trattai male e la riaccompagnai. Ma i nostri incontri clandestini a guardare l’alba sul mare non li dimenticherò mai. Provavo la stessa sensazione dei primi giorni di fidanzamento, quando secco e brufoloso non avevo ancora la patente e sognavo di girare il mondo sul mio Quarz Piaggio. All’epoca, quando la conobbi, per ripararci dal vento invernale ci rinchiudevamo all’interno di una cabina telefonica a sbaciucchiarci e sfiorarci. Era la prima ragazza che toccavo, la prima che baciavo. Ero talmente imbarazzato per le reazioni che aveva il mio corpo che per i primi incontri avevo indossato contemporaneamente tre slip affinchè non si notasse troppo il rigonfiamento. Ma il risultato fu ovviamente il contrario perché il mio pene imbottito in quel modo sembrava eccezionalmente dotato. Ero imbarazzato, certo. Non volevo apparire più eccitato di quel che ero, ho sempre avuto l’esigenza di razionalizzare le passioni. Non ho mai ricevuto un’educazione sessuale e tutto quello che so l’ho appreso alla maniera dei gatti di Skinner, per prove ed errori. I miei genitori non hanno mai trovato opportuno spiegarmi come funzionino certe cose e forse per deformazione cristiana forse per timidezza si son limitati a comprare un’enciclopedia in dodici volumi dedicata esclusivamente al sesso. VivereInsieme, il titolo dell’opera. Un pomeriggio mia madre prese il primo volume e me lo mise sulle gambe. Leggi, mi disse e se ne andò. Lo shock fu indimenticabile. Iniziai a sfogliarlo, la prima pagina, la seconda, terza, quarta… sempre più velocemente, cazzo era pieno di donne nude foto di vagine, disegni di rapporti! Cazzo! Ho pensato. Passavo le ore a spulciare le riviste e i settimanali alla ricerca delle inserzioni 144 dove poter trovare delle foto da utilizzare come materiale per le sollecitazioni genitali, aspettavo con ansia l’ultimo numero del Postalmarket alla ricerca delle pagine con le modelle che esibivano l’intimo… e non m’ero mai accorto che in casa, proprio nel soggiorno c’era un’intera enciclopedia carica di materiale per masturbarsi. Ancora ad oggi non ho mai letto un rigo di quei tomi. Ma le foto e le figure le conosco tutte a memoria. Alcune hanno contribuito a creare il mio ideale di ragazza. Una foto in particolare, al capitolo delle malattie, paragrafo Ninfomania l’ho ancora oggi davanti. Una ragazza bionda con le gambe aperte, la pelle liscia, completamente glabra, e uno sguardo voglioso. Credo che a lei bisogna far risalire la mia passione per la bellezza nordica. Qualche tempo dopo si sarebbe trasformata in Helena. Approfondiremo.

Che poi, ho sempre cercato di immaginare il pomeriggio in cui i miei genitori ricevettero la visita del rappresentante che si presentò alla porta di casa con l’intenzione di vendere quell’enciclopedia. Vivere Insieme. Scritte dorate su copertina rossa. Penso alle frasi, le parole che utilizzò per convincere mia madre a comprare quei tomi, magari in comode rate, affinché i Vostri figli possano avere un giorno un supporto per un’adeguata educazione sessuale. In più è anche un’ottima opportunità per consentire un rafforzamento della coppia attraverso una conoscienza approfondita delle dinamiche sessuali… penso che i miei genitori abbiano firmato per non sentirlo più parlare. Trent’anni fa, erano altri tempi.